Il tempo. Una dimensione che ci accompagna nei pensieri, nelle azioni. Che scandisce la nostra vita, e le nostre emozioni. Capace di creare ansia se la nostra attenzione è nel futuro. E tristezza quando è fissata nel passato. C’è un esercito di saggi, psicologi, filosofi che decantano, dalle pagine di libri, siti o social network, il vivere nel presente. Vivere nel presente sembra essere la soluzione a tutto. Il segreto della felicità. Fiumi di saggezza sull’importanza di vivere nel “qui ed ora”, anzi suona più solenne in latino:”hic et nunc”. La cosa sembra richiedere un notevolissimo impegno, tra l’altro. Anzi non si comprende bene come è possibile farlo. Vengono suggerite pratiche lunghe e complesse, tra magia, spiritualità e misticismo. Si cominciano ad immaginare atmosfere orientali, cime innevate e posti remoti dove ricercare illuminazioni e stati di coscienza superiori.
Tutto vero. Eppure questo invito così pressante non sembra essere poi molto ascoltato. Le persone sembrano illuminarsi in un attimo per poi ripiombare nel ticchettio incessante e sottile di pensieri che si affannano nel passato e nel futuro. Sembra così maledettamente difficile vivere nel presente. O si immagina la faccenda come riservata a pochi eletti dotati di capacità straordinarie. Oppure ci si abbandona ad una sorta di torpore, di deriva esistenziale un po’ ribelle, un po’ naïf, che dovrebbe rassicurare sul fatto che si è colto il messaggio.
Vivere nel presente è una di quelle cose che nella sua disarmante semplicità è complicatissima. Meglio forse non puntare subito al luminoso obiettivo, con il rischio di scoraggiarsi e di lasciar subito perdere. Si può iniziare da qualcosa di più semplice. Proviamo ad esempio a prestare attenzione a quello che avviene in quello che noi abitualmente definiamo “nel frattempo”.
“Nel frattempo” da la sensazione di tempo perso, di parentesi senza molta importanza tra momenti che invece vengono caricati di valore. Come se tutta la nostra attenzione fosse centrata su una serie di tappe importanti e significative, di scadenze da raggiungere e superare e dopo le quali dovrebbe avvenire qualche cambiamento sostanziale. Espressioni come “dopo che ho risolto quel problema” “quando mi libero di quella cosa” “quando ho raggiunto quell’obiettivo” sono molto comuni. La vita stessa è scandita e regolata da queste stazioni intermedie che alla fine siamo noi a decidere e che orientano i nostri giorni e le nostre ore. Una volta raggiunte, magicamente, sopravvengono nuove scadenze, nuovi obiettivi ed il gioco ricomincia inesorabilmente, come una check list infinita, cui si aggiungono in fondo, sempre ed inevitabilmente, nuove voci, senza tregua.
L’aspetto bizzarro e straordinario è che invece la totalità della nostra esistenza si svolge proprio “nel frattempo”.
“Nel frattempo” succede davvero tutto. Ci innamoriamo, capitano delle fortune o delle sfortune, proviamo le emozioni più forti, viviamo quei momenti significativi che ricordiamo per sempre. Tutto quello che veramente importante avviene proprio “nel frattempo”.
Eppure tendiamo a non prestarci attenzione. Si perché tutto sommato quello che manca al povero “nel frattempo” è proprio un po’ di attenzione. Attenzione alle cose incredibili che capitano, e quindi a quello che proviamo, a quello che contemporaneamente avviene dentro di noi. Possiamo diventare attenti testimoni di noi stessi “nel frattempo”, come qualcuno che fa un video con la telecamera, meravigliandoci di come tutto semplicemente accade e di come noi in qualche modo fluiamo con il tutto.
Scoprire la radicale importanza di quello che avviene “nel frattempo” è una scoperta entusiasmante. La scoperta dell’importanza del viaggio e non della meta. Il tempo si espande. Gli obiettivi, i desideri accorciano le distanze. L’osservazione dilata la percezione. Invece di pensare a cosa succederà chissà quando, si pensa a cosa fare nell’immediato, restituendo valore ad ogni attimo. La vita si arricchisce magicamente quanto più il nostro orizzonte temporale si fa breve. Per quelli infine decisamente più fortunati, si arriva a far coincidere addirittura il proprio orizzonte con l’esatto presente, e ci si trova, quasi senza saperlo, a vivere, stupiti e felici, nel famoso “qui ed ora“. Senza sforzo