Questa volta vi introduco una parte dell’Integral Life Practice che è il lavoro sull’Ombra. L’ombra è la parte di noi che vogliamo abitualmente correggere se non eliminare. Quella che combattiamo ogni giorno, che chiamiamo magari “i nostri difetti”. Quello in sostanza di noi che non ci piace. Con la forza di volontà possiamo in qualche modo combatterla, se non addirittura vincerla. Ed in molte culture sembra pure che è bene farlo. Viene scelto un modello di riferimento e per adeguarci ad esso si immagina di dover correggere o sopprimere una parte di noi stessi.
Anche in caso di successo questa è comunque e sempre una sconfitta. Nella guerra di me contro me stesso in qualche modo perdo sempre io.
Immaginiamo di avere un nostro gemello, identico ma con caratteristiche opposte alle nostre. Immaginiamo di volerlo segregare, chiudendolo in una stanza per non farlo vedere agli altri, perché ce ne vergogniamo pure. Non possiamo certo aspettarci che poi ci sia amico o complice. Ci sarà ostile. Forse mediterà di vendicarsi, e una volta libero potrà farci del male, se non ucciderci. Ecco immaginiamo invece di poter conoscere meglio questo alter ego, di comprendere le sue ragioni, le sue strategie ed i suoi talenti. Ne potrà nascere un’alleanza, un’amicizia o un amore. Potremo usare tutte le sue risorse quando le nostre falliscono o non sono adeguate.
Nella Psicologia Integrale, come anche nella psicologia della Gestalt o nell’Analisi Transazionale, un processo importante è proprio l’integrazione di questa parte rifiutata. Questo processo è innanzitutto utile a creare benessere perchè consente di elaborare i conflitti in modo molto vantaggioso. La strada infatti è quella dell’amore per noi stessi, l’unica strada per amare ed essere amati. La psicoterapia, con l’eccezione di pochi indirizzi metodologici, è la strada maestra per realizzare questa riunione, anche all’interno dell’Integral Life Practice. E ancora la via dell’integrazione invita, trascendendo, alla spiritualità, anche in senso laico.
Può tutto questo esserci utile ? Sicuramente si ed in molti modi. Possiamo scoprire dei grossi vantaggi nel non farci la guerra, trasformando apparenti limiti in risorse. Evitando di farci sentire sbagliati o inadeguati e consentendo di trovare la strada migliore per noi stessi e la nostra realizzazione personale.
“Quando si comprende che gli opposti sono uno, la discordia si fonde in concordia, le battaglie diventano danze, ed i vecchi nemici diventano amanti. Siamo ora in condizione di fare amicizia con tutto l’universo, e non solo con metà di esso” – Ken Wilber
Esistono delle tecniche specifiche nella psicoterapia della Gestalt, come quella della cosiddetta “sedia calda” di Fritz Perls, ma vanno condotte da un terapeuta, almeno finché non si acquisisce confidenza con esse. Il lavoro con l’Ombra si realizza quindi solo nella terapia, anzi si può quasi dire che è la psicoterapia stessa. La parola “psicoterapia” significa infatti “cura dell’anima”.
Non rinuncio a darvi comunque qualcosa che potete provare a fare subito:
Il dialogo interno
Un piccolo, non inutile, esercizio che possiamo realizzare da soli è quello del “dialogo interno”. Immaginate ad occhi chiusi, in un momento di conflitto, di far parlare sia la parte di noi a favore di una scelta, sia quella a favore della scelta opposta provando a restare osservatori e testimoni di tale dialogo. Osservate anche le vostre emozioni. Entrambe le parti in conflitto sono nostre, ed entrambe avranno ragioni valide. A volte possiamo anche dare ad essse un nome, come “Mente” o “Cuore”. Osservate i vostri stati d’animo. Se riconoscete le due polarità come ugualmente degne di attenzione. Notate se provate, per le stesse, sentimenti amorevoli, attenti o piuttosto critici, giudicanti, se non distruttivi. Osservate le vostre emozioni al termine dell’esperienza. Siate indulgenti con voi stessi se avrete difficoltà a portarla a termine.
Il “Processo 3-2-1”
Il processo 3-2-1 si può fare in qualsiasi momento ne abbiate bisogno.
Due momenti particolarmente utili sono proprio al risveglio la mattina e prima di andare a letto durante la notte. Una volta a proprio agio nel Processo 3-2-1, ci vuole solo un minuto per utilizzarlo in qualsiasi situazione di disagio durante la giornata. Come prima attenzione al mattino (prima di alzarsi dal letto) è importante ricordare ii vostri sogni e trovare qualcuno nel sogno che si è manifestato con una carica emotiva, non importa se positiva o negativa. Chiudendo gli occhi immaginate di mettervi di fronte a quella persona. Poi parlateci, o semplicemente entrateci in risonanza. Infine, diventate quella persona, assumendo il suo punto di vista. Per lo scopo di questo esercizio, non c’è bisogno di scrivere appunti o altro. Basta attraversare l’intero processo solo nella propria mente. Prima di andare a letto, scegliere invece una persona che vi ha disturbato o attirato nel corso della giornata. Mettetevi di fronte questa persona, parlate con lei e infine diventate lei.